2016 Incontro ad Erbè 10 Gennaio

Un’uscita è sempre una specie di sfida, soprattutto quando viene effettuata in una giornata uggiosa e piovosa. Difficile scommettere che da una giornata invernale possa nascere qualcosa di bello e di straordinario. Eppure può avvenire. Basta crederci. Basta superare i lacci che ci impediscono di uscire dal quotidiano problematico a cui siamo tutto sommato sempre tanto avvinti.
Da tempo dovevamo prendere visione come Masci della base Scout Airone, situata nella campagna intorno ad Isola della Scala. Eravamo sollecitati a farlo dalla fama che già accompagna quella base, che sappiamo esser stata costruita su un terreno confiscato alla mafia.
Siamo giunti nel primo pomeriggio e abbiamo potuto prendere sommariamente visione del luogo. Purtroppo il tempo ci ha impedito di apprezzare gli spazi e i terreni circostanti. Sarà per un’altra volta. abbiamo concentrato la prima parte dell’uscita ad ascoltare i tre amici appartenenti al Gruppo Agesci Tartaro Tione 1. Ci è stata illustrata la genesi e il significato della casa in cui eravamo appena entrati.
Situata nelle immediate adiacenze di una grande villa appartenente ad un noto trafficante di droga affiliato alla ‘Ndrangheta. Tutti i beni sono stati confiscati nel 1996 e messi dall’autorità giudiziaria a disposizione della cittadinanza rappresentata legalmente dall’amministrazione del comune di Erbè, nel cui territorio gli immobili si trovavano.
Il gruppo Agesci Tartaro Tione 1 (si tratta di due fiumi che scorrono nella zona) era alla ricerca di una sede e si è visto giungere la proposta dell’amministrazione comunale di prendersi in carico del terreno, magari con la costruzione di una base. La legge di confisca dei beni ai mafiosi prevede, infatti, che questi beni siano necessariamente destinati a scopi di carattere sociale. Il gruppo Agesci ha accolto la sfida e, sostenuto anche dall’associazione Libera e da altre associazioni, è arrivato ad edificare questa base. Chi ce l’ha presentata ha tenuto a precisare con fermezza che la base è gestita dagli scout ma è sempre aperta ad esperienze di condivisione e di attenzione al sociale di ogni tipo. In questo quadro si collocano i tre campi nazionali sulla LEGALITA’ che Libera organizza nel periodo estivo. Si tratta di un bene realizzato grazie alla confisca di un terreno appartenente alla malavita. Un bene che la malavita ha sottratto alla collettività e che, attraverso questa base, ritorna nella disponibilità di tutti, nel circolo della legalità.
Un segnale, una testimonianza dei benefici che la lotta alle mafie (in tutte le loro accezioni) può apportare all’intera collettività.
Significativa la sinergia che può scaturire dall’incontro tra associazioni che hanno a cuore, nelle loro specificità e differenze, sempre il bene comune. Come non collegare questa serie di complesse tematiche al pilastro della città, cardine dell’identità del movimento Masci? Non credo di sbagliare di molto nel dire che il
tema dell’educazione alla legalità è uno delle priorità all’interno di tutto il grande discorso della Città.
Quello di cui oggi abbiamo maggiormente bisogno (e lo vediamo anche a livello politico) è di formare al senso della cittadinanza, dell’onestà, dello stato …
E il MASCI, movimento di scout cattolici adulti, non può che sentirsi interpellato da questa urgenza.
Nella seconda parte del pomeriggio sono arrivati gli amici del gruppo Masci di Legnato. Assieme a loro abbiamo condiviso un momento di preghiera, un semplice lavoro di gruppo sul significato dello stare assieme che doveva preparare l’animazione del cerchio serale, a conclusione di tutta l’esperienza.
È stato bello incontrarsi e stare assieme per alcune ore. Con qualcuno ci si era già incontrati in altre occasioni. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di stare assieme a tutto il gruppo (o quasi).
Questo gruppo ci ha trasmesso il valore della continuità. Sono in tanti (anche se oggi non erano presenti tutti) e si incontrano fedelmente con cadenza settimanale. Per la quasi totalità provengono dall’esperienza agesci, anche se sono entrate da poche alcune persone (donne?) provenienti da esperienze di altro tipo. Lo stare assieme con loro è stato caratterizzato dai bellissimi canti scout che hanno saputo condividere assieme a noi. Canti che parlano suggestivamente delle origini dello scoutismo, della vita all’aria aperta, della fede …
La cena, naturalmente, ha suggellato questo nostro semplice incontro invernale. Rimane in tutti la gioia e la riconoscenza per esserci conosciuti e il desiderio, l’impegno di incontrarci nuovamente.
E’ più bello insieme.
Insieme tra diversi, tra persone audaci, disposte ad accogliersi l’un l’altro come dono superando il muro di diffidenza e di paura che ci separa. Andare incontro all’altro, a chi non si conosce, è segno di audacia e di coraggio. Lo si fa’ perché animati da un ideale, da una fede comune.
Giunti al termine di questa semplice, serena giornata, in cui abbiamo condiviso assieme un programma di lavoro senza la pretesa di realizzare chissà quali obiettivi, diamo spazio alle parole perché tentino di dare un po’ voce a quello che sentiamo dentro di noi.
“Sono contento di averti conosciuto, fratello. Sono contento di averti conosciuta, sorella. La prossima volta che ti incontrerò, se ci sarà l’opportunità, il tuo volto non mi sarà più sconosciuto.
Fra un mese, un anno, o anche più, mi sarai ancora noto.
Quando il destino mi condurrà nella città in cui abiti, saprò di poter incontrare un amico, un volto conosciuto, che mi farà da guida, da protezione, da interprete, da accompagnatore.
Saprò di poter trovare un terreno di comune umanità da poter percorrere in sicurezza e serenità.
Sono contento di averti conosciuto, di sapere il tuo nome, e un po’ – anche se ancora è tanto poco – della tua storia.  Il tuo volto sconosciuto, come sfuocato e indistinto all’inizio è diventato - attraverso le tue parole, il tuo sguardo attento e premuroso, il tuo sorriso – sempre più nitido e chiaro, fino a splendere della luminosità del giorno.
Ora posso dire di conoscerti come un fratello. Ho incontrato in te aspetti nuovi della nostra comune umanità.
E mi sento più ricco e più forte dopo questa giornata trascorsa assieme nella condivisione del pasto, del vino, dei canti e delle attività inventate e realizzate assieme. Conoscere un uomo o una donna significa ampliare la conoscenza di tutta l’umanità.
Un nuovo tassello dorato è giunto ad arricchire il mosaico Della nostra umanità”.  Lo sconosciuto ci è in qualche modo ostile, o per lo meno indifferente. Appartiene al mondo grigio dell’indistinto.
Ciò che conosciamo ci è famigliare e, in qualche modo, caro, anche se non sempre siamo in grado di ammetterlo. Giacché ciò che abbiamo di più caro e prezioso è proprio ciò che spesso non sappiamo di avere.

Stefano Costa

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