Una riflessione sul rapporto tra AGESCI e MASCI

IL MASCI nasce in un secondo momento rispetto all'AGESCI. Inizialmente il movimento dello scoutismo nasce come una formidabile proposta educativa rivolta ai giovani e ai ragazzi, a partire dalla vita all'aria aperta, dall'avventura, dalla condivisione, dall'osservanza delle regole... E' solo dopo un bel po' di anni – nell'immediato secondo dopoguerra – che nacque il MASCI: Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani. Molte sono le cause che portarono alla nascita di questo secondo movimento di adulti. Una di queste – forse la principale – fu il fatto che un gruppo di adulti provenienti dallo scoutismo cominciarono a chiedersi se l'ideale e la proposta di BP non potesse essere pensato come un ideale capace di attrarre la totalità della vita oltre che essere una proposta educativa legata all'età evolutiva della persona. Sarebbe interessante studiare la nascita del MASCI nel contesto di un'epoca – pre e post Concilio Vaticano II - che ha visto sorgere, a livello ecclesiale, una grande varietà di movimenti e di associazioni, che hanno cominciato a dare spazio alla figura del laico e dell'adulto all'interno della Chiesa. Il clima del Concilio spingeva ad una assunzione di responsabilità e ad una presenza attiva di ogni battezzato.

Per tornare allo scoutismo. Dapprima esiste lo scoutismo come ideale formativo, come formidabile proposta di formazione integrale. Un cammino che è strutturato attorno ad un metodo sperimentato in tanti anni di esperienza e che accomuna ragazzi e giovani di tutti i paesi del mondo. Un metodo segnato dalla progressione personale, dall'inserimento sempre più consapevole in una comunità e dall'assunzione graduale di un preciso servizio nel gruppo e nella società.

Il cammino scout si snoda attraverso i due poli temporali della PROMESSA e della PARTENZA. Per chi vive lo scoutismo da ragazzo questi due momenti si collocano all'ingresso nel gruppo (Lupetti) e al momento conclusivo (dopo tre o più anni di permanenza nel Clan) in cui il giovane riconosce di aver ricevuto tutto quello che poteva ricevere dall'associazione e di non avere perciò più alcun motivo per rimanere in essa, almeno nella maniera di recettore che ha caratterizzato la sua presenza nell'associazione fino ad ora. La partenza è il momento in cui il giovane si riconosce capace di camminare da solo e di affrontare con la competenze e la maturità acquisita la lunga strada della vita. Il giovane si stacca dal gruppo in cui è stato educato e da cui ha ricevuto tanto per la prova più impegnativa, che lo terrà occupato per tutti gli anni a venire: la prova del diventare adulto e del vivere da persona adulta. Con tutte le risorse formative che gli sono state offerte dal cammino dello scoutismo. Chi vive la Partenza si impegna a vivere i valori dello scoutismo nella sua vita di giovane e di adulto.

Il momento della PARTENZA avviene attraverso un rito/celebrazione personalizzata sulla storia e sulla personalità di ogni giovane che la vive. È un rito struggente, commovente perché in esso si riassume tutta l'esperienza vissuta dal giovane che se ne sta andando per seguire la sua strada. Un'esperienza capace di lasciare un segno per tutto il corso della vita, così come ha lasciato un segno – anche se in modo differente – il momento della PROMESSA fatta quando era più piccolo.

In mezzo a questi due momenti c'è tutto il cammino scoutistico, scandito dal passaggio nelle varie branche:

I lupetti con la proposta dell'ambiente fantastico e del gioco come modalità per educare i bambini alla scoperta e all'acquisizione dei valori.

Il Reparto (Esploratori/Guide). I ragazzi apprendono a vivere in modo sempre più autonomo nell'avventura, nella vita all'aria aperta, a contatto con la natura e nel rispetto delle sue leggi.

Il Noviziato è il momento in cui si è chiamati a vivere una speciale esperienza di comunità che poi conduce ciascuno a mettersi in gioco, nel Clan, per un impegno via via sempre più serio all'interno dell'associazione o in altre realtà (parrocchia, o altre esperienze di servizio).

L'impegno che fino a questo momento è stato guidato e sostenuto dal gruppo, con la PARTENZA sarà portato avanti in totale autonomia.

Il partente dovrà ora camminare con le proprie gambe. Anche il suo modo di porsi nei confronti dello scoutismo sarà caratterizzato da un'attitudine ben differente da quella avuta fino ad ora. Se ne sentirà da ora responsabile.

Da capo – se deciderà di continuare attivamente nello scoutismo e se gli impegni della vita adulta glielo consentiranno – si porrà come uno che da' all'associazione quello che ha ricevuto perché altri, più giovani, possano avere, a loro volta, la possibilità di vivere la stessa esperienza che ha vissuto lui.

E il MASCI? Sappiamo che il MASCI non costituisce un'altra branca dell'AGESCI. Non ne è la prosecuzione cronologica nell'età adulta. Masci è un altro movimento, che vive in totale autonomia rispetto alla struttura educativa dell'AGESCI. In questi anni è cresciuto molto a livello nazionale, caratterizzandosi come un valido mezzo di aggregazione, formazione e impegno di adulti. Ad un prima fase in cui aderivano di più persone uscite dall'AGESCI sembra sia subentrata ora un'altra fase in cui si avvicinano al movimento anche persone che non hanno percorso in alcun modo il cammino scoutistico. In questa seconda fase si sta verificando anche un certo ringiovanimento del movimento. Comunque ritengo che la strada sia tutta aperta. Il Masci può mostrare come si può vivere l'ideale scout in un gruppo di adulti. Da soli è difficile vivere certi valori, come è difficile essere cristiani senza la partecipazione ad una comunità.

In fondo la questione di fondo della chiesa oggi penso stia proprio in questo: puntiamo ai ragazzi? O puntiamo agli adulti? È facile e scontato rispondere che si punta ad entrambi. Non si può pensare che i ragazzi partecipino se gli adulti non lo fanno per primi. C'è bisogno di evangelizzazione? E la prima evangelizzazione avviene negli adulti. In adulti che avvertono la gioia e la bellezza di stare assieme, per confrontarsi, per formarsi alla luce della Parola e per testimoniare in un servizio agli altri. È una strada tutta aperta per il Masci. O meglio al Masci sono aperte tante strade. Le persone che lo compongono si caratterizzano per la varietà e diversità delle proprie storie.

Anche l'impegno e l'azione del Masci si esplica in attenzioni molto differenti. All'interno della comunità (es. liturgia, eucaristia), nella realtà di paese (servizi e presenze varie), nella società e nel mondo (mondialità, pace, ecologia, impegno per la legalità).

Mi sembra che ci siano enormi potenzialità di impegno efficace per il Masci. E non per farsi belli, non per mostrarci con i nostri orpelli associativi, ma per essere sale e luce per questo nostro mondo. In ogni contesto (anche nel nostro) si è chiamati a prendere posizione nei confronti di quello che succede attorno a noi. Pensiamo all'emergenza corruzione e illegalità per il nostro paese. Da soli è difficile fare qualcosa, possiamo pensare di non averne la forza. Assieme, invece, si possono trovare le strade per farlo: a livello della propria piccola realtà per arrivare all'impegno verso i grandi temi di carattere nazionale e mondiale.

Il Masci dunque è chiamato a vivere i valori scout mettendosi in gioco, sporcandosi, non delegando più agli altri. Ogni giorno abbiamo la possibilità di vivere concretamente la nostra PARTENZA anche se non l'abbiamo vissuta a livello rituale.

                                                                         Stefano Costa

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