2020 Uscita in Val d'Adige 24 e 25 Ottobre

LaSoca2021

 

 

 

 

 “Quando la strada non c’è, inventala!” B.P 

  •  Comunità Masci “La soca” di Caldiero in uscita in Val d’Adige (24 e 25 ottobre 2020)

Partenza

Ogni partenza è difficoltosa. Non si lascia con leggerezza il noto, il consueto, le sicurezze dell’abitudine per affrontare la novità, l’imprevedibile. Gli schemi che abbiamo messo a difesa del nostro presente non accettano volentieri di scontrarsi con l’ignoto, con la scommessa del futuro.

È in momenti come questi che siamo chiamati a guardare avanti (al futuro) senza dimenticare ciò che ci sta dietro e che fa parte del nostro bagaglio.

Partire richiede coraggio e forte determinazione. Per avventurarci alla scoperta di nuovi mondi (pensiamo alle figure dei grandi esploratori del passato). Anche se si parte per una semplice, piccola uscita di gruppo. Una Uscita di cui si sentiva da tempo la necessità. In primo luogo per la necessità di trascorrere assieme un tempo differente dal solito: per consistenza, quantità e anche spessore. Non si possono vivere autentiche dinamiche di vita comunitaria con la semplice scadenza di incontri settimanali o quindicinali, per altro generalmente poco frequentati e motivati, ad esclusione degli incontri caratterizzati dall’aspetto conviviale e culinario.

Una Uscita di cui si sentiva la necessità anche per riprenderci dalla stasi della pandemia, per affermare in qualche modo la nostra volontà di non lasciarci condizionare in modo paralizzante da questo morbo. La vita dell’uomo va avanti, deve andare avanti nonostante questo ostacolo. Come è proseguita in tutte le fasi storiche della nostra vicenda umana.

Partiamo alle 14.00 davanti alla Casa Parrocchiale. Tra un po’, nel nostro paese, inizieranno i funerali di G. Molinaroli, stimato e rispettabile sindaco di Caldiero per due mandati, portato via da un micidiale tumore alla testa. Partiamo anche con questo dubbio: forse era meglio non andare e partecipare alla celebrazione. Qualcuno lo farà infatti raggiungendoci in un secondo momento. Un segnale ulteriore di quanto sia difficile anche stavolta partire. Partiamo dunque con determinazione anche se appesantiti dal peso di questo pensiero e di questo dubbio.

Il luogo geografico

La location della nostra uscita è la Val Lagarina o Val d’Adige, all’estrema propaggine settentrionale della provincia di Verona. A pochi passi dal Trentino. Sempre che, ai nostri giorni, abbia ancora senso parlare di confini territoriali. In effetti fa’ impressione pensare che queste terre più di cent’anni fa’ rappresentassero la zona di confine tra l’Italia e l’impero Austro-Ungarico. È passato un secolo e di strada se ne è fatta tanta. A Sud c’era lo sbarramento rappresentato dalla stretta di Ceraino e dalle fortificazioni di Affi. E a Nord le città militarizzate di Ala, Rovereto, Trento. Ma il confine è una linea immaginaria in realtà la terra si presenta come un continuum ininterrotto. Non ci sono nel territorio, cesure, sbarramenti, se non quelli creati dall’uomo. Oggi la valle dell’Adige è una straordinaria via di comunicazione, che collega il mondo latino e mediterraneo con i paesi del Nord Europa. Come doveva essere allora piena di sbarramenti militari. Ho davanti agli occhi le luminose immagini di una fredda e soleggiata domenica mattina dopo alcuni giorni di pioggia. Lo sguardo a Nord si restringe in mezzo alle montagne che degradano a destra e a sinistra. Nuvoloni minacciosi sembrano preannunciare il ritorno del maltempo. A Sud in direzione di Affi e del lago di Garda splende il sole. La Valle, ampia e aperta, è delimitata dai contrafforti del Baldo ad Ovest e dall’altopiano dei Lessini ad Est. È immersa in un mare di viti ingiallite. I centri abitati sono pochi e diradati. Da diversi anni il territorio si è scoperto particolarmente vocato per la produzione viti vinicola.

Immagino che questi luoghi fossero brulli, spogli, aspri. Terra militarizzata e, per questo inadatta allo sviluppo di attività economiche ed agricole. Adesso invece il paesaggio che ci sta di fronte si presenta bello, affascinante. Invita ad essere visitato, scoperto, lungo percorsi di conoscenza e di incontro. Quante volte siamo passati da questi luoghi, ma sempre in velocità, sull’autostrada del Brennero, diretti a luoghi di montagna dai nomi ben più importanti e rinomati? È la prima volta che ci capita di fermarci, per osservare e vivere questo territorio.

Non a caso il tema per questa nostra Uscita, all’inizio dell’anno e, in pieno tempo di ritorno della pandemia del Covid 19 è stato significativo riprendere una frase di BP riportata come titolo di un articolo dell’ultimo numero della rivista del Masci: “Se la strada non c’è inventala!”

Si tratta di inventare una strada nuova in questo tempo di corona virus che può far cedere molti di noi alla tentazione di tirare i remi in barca, di abbandonare il cammino, chiudendoci in un’attesa inconcludente e infruttuosa, come se la soluzione dei problemi potesse calare dall’alto senza il contributo di tutti e di ciascuno. Si tratta di inventare una strada, prendendo il meglio delle molte strade già percorse fino ad ora, all’inizio di un nuovo anno (2021) che coincide, tra l’altro, con il ventennale dell’inizio delle attività della nostra Comunità.  

I luoghi della nostra uscita

Quanto i luoghi sono importanti. Per la riuscita di un qualunque avvenimento, compresa la nostra Uscita. Non si tratta di semplici scenari, chiamati a fare da sfondo a fatti e discorsi. Molto spesso un avvenimento importante, destinato a mutare il corso degli eventi storici, viene ricordato proprio dal nome della località in cui si è svolto. Pensiamo ai trattati di pace, ai discorsi o agli incontri che hanno segnato svolte importanti: spesso vengono ricordati proprio con il nome del luogo in cui si sono svolti. Anche noi un giorno forse ci ricorderemo di Brentino per avervi trascorso due mezze giornate e una notte significative. E due sono stati i luoghi in cui si è realizzata la nostra uscita: il santuario del Cristo della Strada e l’agriturismo “Il Palazzo”.

Il Santuario al Cristo della Strada.

Il santuario si trova nei pressi della località Preabocco nel comune di Brentino e Belluno Veronese. Arriviamo intorno alle 15. La giornata è particolarmente ventosa. Non piove più. Il clima è piacevolmente frizzante. C’è un forte vento. Probabilmente è una costante di questa valle particolare - lunga, larga, aperta, a differenza delle altre - nella quale gli elementi metereologici si incuneano con facilità. L’inizio ufficiale delle attività è stato fissato per le 15.30. Abbiamo tutto il tempo di guardarci attorno visitando il complesso, con il chiostro, la grande chiesa, il capitello al Cristo della strada posto su un grande masso a fianco dell’autostrada del Brennero e l’enorme monumento al Gesù morto.

Iniziamo con un momento di preghiera e di riflessione che ha come punto di partenza il canto “Madonna degli scout” e conclusione “Danza la vita”. Giunge poi il priore a raccontarci un po’ di storia del sito. Il tempio è sorto in tempi record nel 1997 per volere dell’allora vescovo di Verona, Attilio Nicora. La velocità della costruzione della chiesa è dovuta al fatto che Nicora stava lasciando la diocesi per un altro impegno a Roma e in Vaticano e si voleva che fosse lui stesso a consacrarla. Uomo determinato e di grandi visioni politiche e sociali il futuro cardinale ha voluto questo luogo di culto per manifestare il legame significativo che esiste tra la dimensione di fede e il luogo vitale per eccellenza che è la strada. La chiesa/santuario è diventato un punto di riferimento per tutte le persone che sulla strada passano una parte importante della loro vita: camionisti, automobilisti, ciclisti, motociclisti, insomma ogni tipo di viaggiatore. A fianco del complesso si snodano le grandi e tradizionali vie di comunicazione che collegano il Nord al Sud, l’Italia al centro Europa: l’Adige, la ferrovia, la statale, la ciclabile, l’autostrada di cui si ode in sottofondo il rumore continuo. Quante persone hanno percorso questa valle? Quante la percorrono ancora ogni giorno? Da Nord a Sud? E da Sud a Nord? Oggi la si percorre generalmente senza fermarsi, i mezzi di trasporto sono veloci. Permettono di percorrere un gran numero di chilometri senza bisogno di fermarsi. E questi non sono luoghi adatti a delle fermate. Potendo scegliere ci si ferma altrove, magari nei pressi del vicino lago di Garda. La struttura morfologica del luogo non sembra essere adatta alla fermata ma al passaggio più veloce possibile. Eppure anche i passaggi sono importanti. Di quanti passaggi è fatta la nostra vita? Tra un punto di partenza e un punto di arrivo c’è sempre il passaggio, l’esodo, la strada per eccellenza, appunto. Non è tanto importante la meta quanto la strada fatta per giungervi.

Nella bella cripta sottostante la chiesetta troviamo centinaia di foto di persone cadute sulla strada o vittime della violenza avvenuta sulla strada stessa. Non rifletteremo mai abbastanza su quanto la strada rappresenti una realtà drammatica, dolorosa, dura. La strada rappresenta il luogo del cammino, che ci invita a non fermarci mai per essere persone vive. E in questo cammino - di crescita, di evoluzione, di mutamento, di ricerca di nuove possibilità – tante persone sono cadute.

“Dove la strada non c’è inventala”. Non è poi tanto difficile inventare la strada. Basta mettersi a guardare la strada che altri hanno percorso. Ogni giorno troveremo infiniti motivi per aprirci allo stupore all’apprendimento. Come adulti scout siamo soddisfatti anche solo di aver conosciuto un posto come questo. Veramente una vita intera, per quanto lunga e intensa, non è sufficiente per farci conoscere un frammento di quanto esiste.

    

 

Il B&B “Il Palazzo” tra Brentino e Belluno Veronese.

Non mi soffermo tanto sul secondo luogo della nostra uscita. Si tratta dell’accogliente agriturismo denominato “Al Palazzo”, situato qualche chilometro più a Nord, tra Brentino e Belluno Veronese. Un edificio dai forti richiami storici usato in passato come posta con la possibilità di pernottare e di cambiare i cavalli, come municipio, come asilo, come consultorio medico. Da qualche anno è stato trasformato in un agriturismo e B&B. In una delle sale è situato un pozzo impressionante, di più di 40 metri di profondità. L’accoglienza e l’ospitalità discreta e premurosa ci hanno permesso di svolgere in serenità il nostro lavoro di condivisione e progettazione.

Può sembrare un po’ strano che degli scout si facciano servire, scegliendo la comodità di un ambiente accogliente come questo.

Il lavoro di pensare e di progettare assieme può senz’altro riuscire più efficace se non ci sono le preoccupazioni logistiche, il dover provvedere alla preparazione del luogo della permanenza e ai pasti. Una parte importante della riuscita di quest’uscita è stata senz’altro la scelta del luogo e la programmazione di ogni momento del suo svolgimento.

“La strada da inventare”

Una parola per inquadrare le tematiche dei due incontri tenutisi sabato pomeriggio e domenica mattina.

La strada da percorre deve in primo luogo poter essere osservata con attenzione. La strada non ammette distrazioni. Quanti incidenti succedono a causa della mancanza di attenzione, sonno, sbronze? La strada esige coscienza vigile, concentrazione. Non si va avanti come autonomi, in maniera inconsapevole, con i paraocchi, semplicemente carichi di pesi da portare. Come non si può andare avanti continuando a guardarsi attorno, ai particolari, al panorama, alle curiosità che ci capitano davanti agli occhi. La strada ha bisogno di attenzione e di capacità di scelta. Non si può dormire sulla strada e neppure vedere tutto, entrare in contatto con tutti. La strada non ha nulla a che vedere con il rilassamento e la sonnolenza della villeggiatura e neppure con la spasmodica ed entusiasta curiosità del turista. Strada è poter seguire un cammino, un itinerario che si riflette dall’esterno al nostro intimo. Noi siamo, diventiamo la strada che abbiamo percorso e percorriamo ogni giorno. Incontri, fatti, esperienze, suggestioni di ogni tipo diventano parte del nostro vissuto, ci permettono di crescere in continuazione fino alla statura dell’uomo perfetto, che poi è intimamente congiunto, per il battesimo, alla stessa persona di Cristo, come dice San Paolo. “finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef. 4,12).

Ognuno deve poter scorgere nella massa di fatti che costellano la propria vita una strada, un filo conduttore, che sappia dare ordine. In questo modo potrà anche pensare con realismo al futuro che gli sta di fronte.

In ogni Caso la vita va sempre avanti che lo vogliamo o meno. Passano gli anni e ci ritroviamo vecchi. Talvolta con la sensazione di aver concluso poco o nulla. Ci chiediamo molte volte nello scorrere inesorabile degli anni quale strada abbia percorso la nostra vita. Quanto abbiamo realizzato di utile, di buono, di valido? Come abbiamo contribuito “a rendere il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato?” (BP) Domande di questo tipo ne richiamano altre, che stanno ancora più a monte: siamo al mondo per caso? O per uno scopo? Chi ci ha voluto? E perché? La partecipazione al Masci (e prima ancora all’Agesci, per alcuni) sicuramente è stato per tutti una grazia straordinaria, un dono del Signore, una occasione per crescere ed arricchirci enormemente. È stata un modo per dare valore alla nostra vita, alla luce della fede e nel servizio concreto ai nostri fratelli. Un modo per essere una presenza significativa nel mondo.

Sabato pomeriggio, nell’accogliente sala del Bed and Breakfast che ci ha accolti abbiamo un po’ tentato di descrivere il pezzo di strada che ciascuno ha percorso in questi anni di Masci. Tutti abbiamo percorso la strada. “Insieme abbiam marciato un dì”. Ciascuno però l’ha fatto e lo fa con le proprie caratteristiche, con il proprio temperamento, forse anche con le proprie motivazioni. Non c’è un discorso valido per tutti, da accettare univocamente. Il bello della Comunità è poter trovare momenti come questo per poter parlarsi in libertà, in qualche modo aprire il proprio cuore senza preoccupazioni di immediatezza pratica od organizzativa. Un ideale, un progetto, cresce grazie all’adesione consapevole e sincera di tutti quelli che vi aderiscono. È come una bozza a cui ciascuno dà consistenza e colore con la propria particolare caratteristica.

Il sabato pomeriggio è stato dedicato a questo spazio, all’ascolto di tante risonanze sgorgate da ricordi, impressioni, bilanci di tutti questi anni vissuti assieme. Ci siamo accorti di quanto il tempo forse fosse insufficiente per dare voce a tutto quello che cominciava a venir fuori. E di quanto sia stato importante comunque trovare un momento prolungato per farlo. Per comunicare c’è bisogno di modalità, tempi particolari. La fretta o i minuti contati, la necessità di fare cose, rispettando orari non sempre aiutano ad ascoltarci. Ancora una volta è stata ribadita l’importanza di avere come oggi tempi più prolungati da passare assieme. Tutto questo è stato possibile perché eravamo in questo ambiente. Qualcuno preparava la cena per noi. E che cena! Il momento conviviale, con l’osservanza delle regole di distanziamento, è stato il coronamento dei nostri discorsi pomeridiani. La condivisione gioiosa del cibo, a cena o poi al pranzo della domenica, è stata la conclusione della condivisione dello scambio della nostra vita. 

Brentino13A concludere l’Uscita non poteva mancare il momento della Messa che ci ha visti arrivare al Santuario più amato e venerato dai veronesi: Madonna della Corona. Meta, raggiunta molto spesso dalla nostra Comunità con pellegrinaggi a piedi, ma che oggi, per comodità, raggiungiamo in macchina. Affidiamo alla Madonna, Madre nostra e Signora della Strada il nostro cammino assieme.

                                                                                 Stefano Costa, Magister della Comunità

Utilizzando il sito mascicaldiero.org, si acconsente all'uso dei cookie anche di terze parti.Se continui senza cambiare le tue impostazioni, accetterai di ricevere i cookies dal sito mascicaldiero.org. In ogni momento potrai cambiare le tue impostazioni relative ai cookies: in caso le impostazioni venissero modificate, non garantiamo il corretto funzionamento del nostro sito. Per saperne di più sui cookies che utilizziamo e come eliminarli, vedi la nostra informativa su utilizzo dei cookies.

Accetto i cookie da questo sito.

EU Cookie Directive Module Information